Lunedì 3 Novembre 2025
S. Martino de Porres (mf); S. Berardo; S. Silvia
31.a del Tempo Ordinario
Rm 11,29-36; Sal 68; Lc 14,12-14
Nella tua grande bontà, rispondimi, Signore
PREGHIERA DEL MATTINO
“Tu vuoi usare a tutti misericordia”. Sta arrivando quel giorno ineffabile in cui tutti riconosceranno “la profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio”. Questa speranza si
fa strada in ogni popolo. Il tuo Spirito non è forse all’opera presso intere folle, come a loro insaputa? Chi non vorrebbe essere oggetto di un amore durevole che perdona tutto? Signore, la
prospettiva di questo giorno di misericordia faccia oggi affluire nei nostri cuori, in nome di coloro che non fanno che presagirlo, canti di allegria e di riconoscenza.
ANTIFONA D’INGRESSO
Non abbandonarmi, Signore mio Dio, da me non stare lontano; vieni presto in mio aiuto, Signore, mia salvezza.
COLLETTA
Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che camminiamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro
Signore Gesù Cristo…
PRIMA LETTURA
Chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 11, 29-36
Fratelli, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora
sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso
verso tutti! O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero
del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 130)
R: Custodiscimi presso di te, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi,
né meraviglie più alte di me. R.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. R.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre. R.
CANTO AL VANGELO (cf. Gv 8,31-32)
Alleluia, alleluia.
Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli,
dice il Signore, e conoscerete la verità.
Alleluia.
VANGELO
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.
+
Dal Vangelo secondo Luca 14,12-14
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a
loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.
Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.
OMELIA
Quando nelle nostre ricorrenze più gioiose stiliamo l’elenco degli invitati, istintivamente iniziamo la lista delle persone che noi riteniamo più ragguardevoli, che sono a noi più care e dalle
quali, più o meno consapevolmente, ci attendiamo un contraccambio. Questo è un criterio umano e logico, che abitualmente viene praticato dalla stragrande maggioranza. Non siamo diversi neanche
noi cristiani. Gesù però contesta palesemente tale scelta e ci dice chiaramente: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi
vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da
ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Il banchetto cristiano, da quando Cristo ha consumato con noi la sua cena, dandosi a tutti come cibo e bevanda di
salvezza, deve essenzialmente conservare le stesse caratteristiche, deve avere cioè le caratteristiche della carità e della solidarietà vera. Anche alla nostra mensa deve essere sempre presente
Cristo, se non sotto le specie eucaristiche, almeno in coloro che meglio lo rappresentano. Egli infatti si identifica in coloro che hanno fame, che hanno sete, che sono nudi, malati o carcerati.
Una identificazione che è la naturale espansione e il pieno completamento dell’eucaristia. La stessa fede che ce lo fa riconoscere vivo e ero nell’ostia consacrata ci deve illuminare per farcelo
vedere ancora vivo e vero nel povero, nell’affamato, negli ultimi e negli abbandonati. “Avevo fame e tu mi hai dato da mangiare. Avevo sete e tu mi hai dato da bere…” L’invito alla mensa non
significa soltanto la condivisione del nostro cibo con loro, ma sta ad indicare il posto privilegiato che riserviamo loro nel nostro cuore e nella nostra vita per averli sempre con noi,
perennemente invitati alla nostra mensa. Solo facendo risorgere tanti prostrati dalle miserie del mondo, potremmo garantirci la nostra personale risurrezione. “Riceverai infatti la tua ricompensa
alla risurrezione dei giusti”. (Padri Silvestrini)
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Questo sacrificio che la Chiesa ti offre, Signore, salga a te come offerta pura e santa, e ottenga a noi la pienezza della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Dice il Signore: “Come il Padre che ha la vita ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me”.
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Continua in noi, o Dio, la tua opera di salvezza, perché i sacramenti che ci nutrono in questa vita ci preparino a ricevere i beni promessi. Per Cristo nostro Signore.
PREGHIERA DELLA SERA
Mio Dio, quando un povero bussa alla mia porta, io so che sei tu che vieni. È l’immagine del Santo Sudario che mi chiama in questi visi devastati, induriti, avidi di un sorriso, di un po’ di
pane, di riposo e di ascolto. Essi sono i nostri signori. Concedimi il tuo cuore, per leggere più lontano, nel loro segreto inviolabile, il segno delle tue piaghe
